Le Acciaierie di Terni, ritornino ai legittimi proprietari!

Le Acciaierie di Terni, come il Poli Chimici ex Montedison e Nera Montoro sono state per antonomasia il basamento, lo zoccolo duro, che ha sorretto, da sempre, la vita economica, sociale e culturale della nostra città.

Non vorrei fare retorica ma, abbiamo assistito, in questi ultimi anni, anche grazie a delle politiche errate, a un vero e proprio sfacelo della cultura industriale e imprenditoriale di questa città.

Una cultura e un progresso industriale, che grazie ai nostri padri fondatori, e a quanti avevano offerto la loro vita lavorativa, aveva conquistato il mondo intero.

Queste realtà industriali che hanno sempre caratterizzato l’economia cittadina, negli anni passati sono state’s “vendute” a società straniere denominate per convenzione anche multinazionali.

E sotto i nostri occhi, queste società, hanno “sfruttato” le nostre fabbriche, acquisendo le loro quote di mercato.

Oggi, in maniera molto dura e “cruda”, le stanno restituendo alla città, del tutto “arrugginite”.

Ruggine, disgrazia, disperazione, umiliazione e rabbia, contornano le ormai amene giornate di questa città, dove la politica ha dichiaratamente fallito e dove, nonostante i vari tentativi fatti negli anni passati, nulla è valso per far ripartire il volano della ns. economia locale.

Siamo attaccati alle Acciaierie di Terni, come un bimbo alle gonne della propria mamma.

Quando nel nostro gergo si parla di “Mamma Acciaierie”, ognuno nella propria mente, ammette che questa fabbrica è la madre di questa città e ha disegnato in qualche modo le sue sorti.

Le Acciaierie, oltre che rappresentare anni di storia locale, di sacrifici, di vittorie e di sconfitte sono state testimoni di uno sviluppo cittadino e di un progresso che ha in qualche modo ha affiancato la nostra civiltà moderna.

Ed è ora che dobbiamo far valere i nostri diritti, quelli dei lavoratori e dei cittadini Ternani.

Diritti volti a liberare questa città dai “Titolari” stranieri.

Quei “Titolari”, che fino ad oggi in maniera asettica, hanno prosciugato quello che la città, tanti anni fa, gli aveva consegnato.

Sicuramente traendone vantaggi e benefici, fino al giorno, in cui, avendo ormai acquisito tutto, sono pronti a riconsegnare nella mano dei cittadini, gli strumenti, che fino a ieri, erano la ricchezza del territorio.

L’abbiamo visto con il Polo Chimico ex Montedison (Americani), poi è stata la volta di Nera Montoro (Norvegesi) ed oggi è giunto il momento per le Acciaierie di Terni (Tedeschi).

Possiamo dire, che la politica, quella politica che ha cavalcato tutte le onde di questa città, non ha saputo trovare soluzioni e risposte a problemi preannunciati nel passato.

Lo svilimento del tessuto economico dato dall’assenza di indotti industriali e dall’imprenditoria locale, sta portando la nostra città al fallimento e con essa tutta la classe politica nonché quella dirigente.

Ma, con questo non vogliamo assolutamente attaccare o fare demagogia, cercando di scaricare le responsabilità solo alla politica.

Responsabilità che comunque sono da attribuire ad una situazione creatasi negli anni, dove la speranza di riporre le soluzioni, ai nostri gravi problemi cittadini, veniva attribuita, dai governi in carica, ai futuri eletti.

La nostra proposta, è al di sopra delle parti.

Vorremmo dire ai cittadini Ternani, alle famiglie, ai lavoratori e a quanti credono in questa città che è ora di uscire fuori dal tunnel.

Non dobbiamo chiedere l’elemosina a nessuno, non occorrono ne sindaci ne capi di governo o politici che vengano a risolvere il problema.

Di parole ne sono state fatte tante e troppe e la conclusione si conosce.

Questa città necessita una svolta e se le Acciaierie di Terni la devono rappresentare, è ora di chiedere a quei “Titolari” quanti soldi vogliono per andarsene e riconsegnarci la nostra fabbrica.

Riconquistiamoci la nostra città, riconquistiamo il lavoro, ridiamo vita a quello che politiche scellerate hanno distrutto.

Creiamo una Società per Azioni (Public Company) ad azionariato diffuso, dove i cittadini Ternani, i lavoratori, le famiglie, l’imprese diventano i principali protagonisti: i proprietari delle azioni.

Iniziamo da qui, per riprenderci quello che è il nostro futuro.

Siamo pronti a creare un progetto, una proposta che possa, in maniera incontrovertibile, ribaltare le sorti già annunciate di questa città.